Cronaca di sentimenti


L'inaugurazione del "Centro Studi" e tante cose da dire, da spiegare, da comunicare. Ma l'affetto verso Enzo Romeo ha stravolto i piani e travolto tutti noi in un'ondata di sorrisi e in un clima di festa. Il racconto di un pomeriggio speciale. Ora, maniche su e al lavoro. Ma con un'aggiunta di entusiasmo e tanta voglia di fare.

Alla vigilia non c'era tensione.
Semmai, curiosità, attesa, qualche scommessa tra noi.
Insomma, il solito clima goliardico che ormai s'è instaurato nel nostro Centro Studi.
Poi, il programma delle cose da dire, con Enzo Romeo che mette in campo il suo metodo sistematico e pratico ripassando i mille appunti sulla sua agenda.


Riuscirà a dire tutto?
Ne dubito.
E francamente preferisco che ogni cosa si svolga all'insegna della spontaneità, senza schemi.
Così, non preparo nulla e mi affido all'impronta: improvviserò.
Mi avvio, sono quasi le 18,00 e percorro a piedi Corso Vittorio Emanuele, in salita fino all'incrocio con Corso Umberto: mi piace camminare in città, mi sembra di esserne parte, di viverla direttamente, senza mediazioni, scoprendone via via pezzi che mi erano sfuggiti la volta precedente: un arricchimento continuo perchè fatto di piccole storie che si stratificano, si accumulano, si sciolgono in spiegazioni a minuscoli interrogativi rimasti sospesi.
All'arrivo c'è già l'aria frizzante della festa, si tratta di sensazioni, nessun motivo razionale.


Tonio Verilio è già in azione con la sua macchina fotografica: Tonio è bravissimo, sempre generoso, sensibile, si muove con leggerezza da una parte all'altra delle stanze, pronto a cogliere un gesto, un'espressione, tracce che lui riesce a cogliere con una velocità che solo il talento e la passione possono spiegare.
Enzo m'incrocia, ripassiamo il "suo" programma ma già lo chiamano a destra e a manca.
Eppure, almeno inizialmente, non si lascia distrarre e alle 18,00 in punto vuole iniziare.
La sala del Centro Studi non è molto grande, anzi, man mano che si riempie sembra farsi sempre più piccola.


Stringiamo le sedie nell'illusorio tentativo di contenere un flusso di persone che si fa a un tratto più corposo.




Iniziamo la conferenza stampa ma già nell'anticamera si sente un brusio che aumenta costantemente.
I soci fondatori si sono sparpagliati tra il pubblico.


Enzo Romeo tradisce l'emozione dopo le prime battute.



Parte un applauso. 
Lui vorrebbe dire ma salta, ricuce, slitta: un sentimento spontaneo si fa strada, ritaglia spazi che s'allargano, qualcuno vuole già intervenire mentre dall'anticamera il brusio iniziale si fa voce che sovrasta: tanti vogliono entrare arrivano cenni sempre più allarmati di uno sciame che dallo scalone s'è allungato fino all'ingresso sulla strada.












Caos.
Ma un caos buono, allegro, spumeggiante.
Enzo riesce a chiudere il suo discorso d'introduzione ma non fa nemmeno in tempo a passarmi la parola e io ad accennare un avvio che gli interventi del pubblico mi sollecitano: parte un dialogo al quale mi presto volentieri. Mi rendo facilmente conto che sono molti a volersi esprimere.


È una cittadinanza vibonese che non ho mai visto così prorompente.
Si rompono gli argini, le parole si accavallano, accompagnano l'entusiasmo.
Vedo che Enzo Romeo non ce la fa rimanere seduto: tutti pretendono di salutarlo ed è giusto che non si sottragga.
Mi guarda e poi via tra la folla: che splendida baraonda!








Continua fino a sera, ancora dopo le 20,00 siamo lì a parlare, a stringere mani, a presentarci a chi non ci conosce mentre il nostro "Presidente" sembra a una festa di laurea.


Pazienza, abbiamo detto poco, spiegato quasi nulla, chiarito solo l'essenziale: ci siamo, si parte, l'avventura abbia inizio. Abbiamo tempo per dire e soprattutto per fare.





La politica, quando è così, quando ritrova la freschezza delle idee, si fonda sull'amicizia, sulle migliori qualità umane, è bellissima.
Vibo Valentia merita una scintilla di luce, forse sarà un "rinascimento".
Evviva. 

Grazie di cuore a Tonio Verilio per le immagini 

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